EGITTO  E   MITI   DA  TUTTO  IL MONDO....



MITO EGIZIO


Il testo scritto del diluvio egizio fu inciso in alcune tombe reali della XIX dinastia (1320-1205 a.C). Ciononostante la lingua in cui il mito è redatto fa pensare ad un originale molto più antico.La storia incomincia in questo modo: "Tutto accadde dopo che Ra, che si era posto in essere da solo, ebbe stabilito la propria sovranità sia sugli uomini che sugli dei. A un certo punto l'uomo covò malvagi pensieri contro Ra. Quanto a Sua Maestà (vita, prosperità e salute!), omai si era fatto vecchio. Aveva le ossa d'argento, la carne d'oro, e i capelli di vero lapislazzulo. E sua maestà scorse i pensieri che l'uomo progettava contro di lui. E Sua Maestà (vita, prosperità e salute!) disse agli dei che erano fra il suo seguito: "Venite, prendete per me il mio Occhio, e anche Shu, Tefnut, e Geb, insieme ai Padri e alle Madri che erano con me quando ero ancora in Nun, le Acque Primeve, insieme al mio dio Nun, che porterà con sé i suoi cortigiani. Tu li guiderai con prudenza; in modo che l'uomo non veda, che i loro cuori non si risveglino! Verrai con loro al Grande Palazzo, affinché possano darmi il loro consiglio, come hanno fatto sin dal tempo in cui uscii da Nun nel luogo in cui venni in essere".E così tali dei, quando gli furono condotti davanti, posero le teste a terra davanti a Sua Maestà, affinché colui che aveva plasmato il genere umano, il Re dei Popoli, potesse pronunciare le proprie parole davanti al Padre degli dei più antichi. Poi dissero a Sua Maestà: "Parlaci, affinché possiamo udire l'accaduto".Allora Ra disse a Nun:"O tu che sei il dio più anziano, in cui io venni in essere, e voi, o dei primevi! Osservate gli uomini, che vennero in essere dal mio Occhio! Hanno progettato pensieri malvagi contro di me. Ditemi che cosa fareste voi in merito! Badate che sto cercando una soluzione, e che non ho intenzione di sterminarli finché non avrò udito la vostra opinione"."Secondo il racconto, l’umanità si sarebbe a tal punto inorgoglita da sfidare il dio supremo Ra e meditare qualche cattiva azione contro di lui." E allora la Maestà di Nun disse: "O Ra, figlio mio, chi è più grande di colui che lo ha plasmato e più antico di colui che lo ha creato, sedendo sul tuo trono! Grande è la paura che incuti quando il tuo Occhio è contro coloro che hanno tramato contro di te!". E la Maestà di Ra rispose: "Ecco, sono scappati nel deserto, perché i loro cuori sono pieni di paura per quello che potrei dire loro". E tutti dissero a Sua Maestà: "Che il tuo Occhio proceda a castigare per te quelli che tramano con malvagità. Tuttavia, l’Occhio non ha in sé un potere sufficiente a punirli al posto tuo. Che lo si invii come Hathor!". E così, poi, arrivò questa dea, che trucidò l'umanità nel deserto. E la Maestà di questo dio disse: "Benvenuta, o Hathor, perché tu hai fatto quello per cui ti avevo mandata!". Allora questa dea disse: "Poiché tu vivi per me, ho trionfato sull'uomo, e il mio cuore ne gioisce!". E la Maestà di Ra disse: "Nel ridurli, ho trionfato su di loro come re". Ecco come venne in essere Sekmet, l'Ebbra della Notte, per sguazzare nel loro sangue, a cominciare da Heracleopolis." A questo punto l’umanità sembrava spacciata. Tuttavia Ra non aveva intenzione di annientare il genere umano. Infatti: "Allora Ra disse: "Presto, chiamatemi dei messaggeri che corrano veloci, capaci di volare come l'ombra di un corpo!". E così gli furono condotti immediatamente davanti questi messaggeri. E la Maestà di questo dio disse: "Scendete a Elefantina e portatemi una gran quantità di ocra rossa". E così gli fu portata questa gran quantità di ocra rossa. E la Maestà di questo grande dio fece macinare questa ocra rossa a Quello-con-la-ciocca-di-lato-che-è-in-Eliopoli. E poi delle giovani schiave pestarono l'orzo per fare la birra, e aggiunsero questa ocra rossa al beveraggio, che divenne simile a sangue umano. Così furono preparate parecchie migliaia di orci di birra. E poi la Maestà del Re dell'Alto e del Basso Egitto, Ra, andò con questi dei a vedere questa birra. E a quel punto, quando la terra si rischiarò all'alba, e per la dea giunse il momento di riprendere la carneficina dell'umanità, la Maestà di Ra disse: "Che belli! Con questo sistema proteggerò l'uomo da lei!". Poi Ra disse: "Venite, portate tutto nel luogo in cui la dea ha intenzione di trucidare l'umanità". E la Maestà del Re dell’Alto e del Basso Egitto, Ra, andò molto presto, mentre era ancora notte fonda, a far versare questo liquido intorpidente. Allora i campi furono ricoperti per tre palmi del beveraggio grazie al potere della maestà di questo dio. E quando questa dea partì all'alba, trovò il luogo inondato del liquido. Ed era splendida in viso a quella vista. E poi bevve, e le fece bene al cuore. Tornò ubriaca, senza essersi nemmeno accorta dell'umanità. Allora la Maestà di Ra disse a questa dea: "Due volte Benvenuta in pace, o Incantevole! ". Così vennero in essere le Belle di Iamu. Poi la Maestà di Ra disse a questa dea: "Prepara per loro delle bevande inebrianti nelle feste annuali e affidale alle fanciulle schiave". Ecco come accadde che da quel primo giorno tutta l'umanità affidò la preparazione delle bevande inebrianti alle ragazze schiave." Ra pertanto salvò l’umanità mandando un diluvio di birra che fece ubriacare la dea Sekhmet. 


      MITO CINESE


In Cina, si dice che un tempo gli uomini si ribellarono agli dei. L’universo allora piombò nel caos e le acque invasero la terra. Il popolo malese Chewong sostiene che il mondo subisca, dopo non ben precisati periodi temporali, una distruzione generale dovuta alle acque. Nel Laos e nella Tailandia settentrionale, si dice che un tempo un popolo chiamato Then viveva in un regno superiore, mentre gli inferi erano guidati da tre grandi uomini saggi. I Then decisero che le persone avrebbero dovuto donare loro una parte del proprio cibo. Il popolo si rifiutò e i Then fecero piombare un diluvio sulla terra. I tre uomini tuttavia costruirono una zattere e misero in salvo non solo se stessi ma anche alcune donne e bambini. In questo modo salvarono l’umanità dall’estinzione. In Birmania, una tradizione afferma che due fratelli si salvarono su una zattera ad un immenso diluvio. Nel Vietnam, secondo le leggende locali, trovarono scampo dalle acquee del diluvio solo un fratello e una sorella. Essi si trovavano all’interno di una cassa di legno nella quale c’erano una coppia di ogni specie animale.


         MITI  DI VARI PAESI 


Gli aborigeni d’Australia delle coste settentrionali sostengono che un diluvio distrusse un mondo precedente. Secondo altri miti di altre tribù australiane, tuttavia, il serpente cosmico Yurlunggur sarebbe il reale responsabile del diluvio.

In Giappone, alcune tradizioni ritengono che la creazione dell’Oceania sarebbe derivata dal ritirarsi delle acque di un diluvio. Per di più nelle isole Samoa e nelle isole Hawaii si ricorda un diluvio che distrusse il mondo e quasi tutta l’umanità. Secondo i Samoani, sopravvissero al disastro solo due uomini che approdarono nelle isole Samoa.

In Nord America ritroviamo ancora una volta tradizioni su un diluvio universale. Gli inuit dell’Alaska parlano di un diluvio e di un terremoto che risparmiarono i pochi che fuggirono tramite canoe o scapparono sui monti. Il popolo Luiseño e quello degli Huroni raccontano che si abbatté un diluvio su tutta la terra e solo coloro che si rifugiarono sulle vette delle montagne si salvarono. I Montagnais, gli Irochesi, i Chickasaw e i Sioux fanno riferimento al mito del diluvio.

In Centro America il mito sul diluvio più famoso è quello contenuto nel codice Latino-Vaticano del popolo degli Aztechi. Si dice infatti che la prima era della storia del mondo fu distrutta da un diluvio d’acqua. Il primo sole, Matlactili, durò 4008 anni. Gli uomini mangiavano mais ed erano giganti. Gli uomini, in seguito al diluvio, si trasformarono i pesci. Solo una coppia si salvò, Nene e Tata, che era protetta da un albero. Comunque altri affermavano che sette coppie si rifugiarono in una caverna e ne uscirono quando le acquee si ritirarono. Quando la terra venne ripopolata, questi superstiti vennero considerati delle divinità.

Secondo un altro popolo mesoamericano, i Mechoacanesecs, il dio Tezcatilpoca volle distruggere tutta l’umanità con un diluvio e salvò solo un uomo di nome Tezpi. Quest’ultimo si imbarcò con la sua famiglia e ogni genere di animali e sementi su un’arca. Quando il dio ordinò la fine del diluvio, l’imbarcazione si arenò su una montagna. Tezpi, per sondare l’abitabilità della terra, liberò un avvoltoio che non tornò perché si nutriva delle carcasse degli animali. Allora vennero liberati molti altri uccelli, dei quali tornò solo il colibrì con un ramo nel becco. Il diluvio era finito. Nel "Popol Vuh" del popolo Maya, il Grande Dio volle distruggere l’umanità con un diluvio perché si era dimenticata di lui.

 In America del Sud, i Chibcha della Colombia dicono che furono portati alla civiltà da un certo personaggio barbuto detto Bochica. Quest’ultimo aveva una moglie invidiosa e cattiva, Chia, che fece piombare un diluvio sulla terra che distrusse gran parte dell’umanità. Bochica cacciò sua moglie facendola divenire la luna. Nonostante il disastro, questo essere superiore riorganizzò i superstiti e alla fine ascese al cielo divenendo un dio. I Canari dell’Ecuador parlano di due fratelli scampati al diluvio. Gli Indios tupinamba del Brasile raccontano che l’eroe civilizzatore Monan aveva creato l’umanità ma distrutto il mondo tramite un diluvio.

Il Perù e le Ande più in generale sono ricchissimi di miti sul diluvio. Solitamente la storia è simile per molte popolazioni ed racconti del Diluvio compaiono dall’inizio dei tempi, e gia al tempo di Manco Capac, che fu il primo Inca  e dal quale cominciarono ad essere chiamati,”Figli del Sole”.che essi avevano piena conoscenza del Diluvio. Dicono che tutti gli esseri umani e tutte le cose create perirono nel diluvio, e che le acque erano salite sopra le montagne più alte del mondo. Nessuna cosa vivente sopravvisse eccetto un uomo e una donna, che rimasero in una cassa; e quando le acque si abbassarono, il vento li trasportò a Guanaco, che sarà a settanta leghe da Cuzco, più o meno. Il Creatore di tutte le cose ordinò loro di restare là come Mitimas, e là a Tiahuanaco il creatore cominciò a istruire  popoli e nazioni che stanno in quella regione. Per ripopolare la Terra il Creatore prima diede forma con l’argilla a una persona per ogni nazione; poi diede vita e anima a ognuno,uomo o donna che fosse, e li mandò nei luoghi che per ciascuno erano stati stabiliti sulla Terra. Coloro che non obbedirono agli ordini riguardanti il culto e il comportamento furono tramutati in pietre. Secondo un’altra leggenda:…”Dopo che le acque del diluvio erano ormai scese,un certo uomo comparve nel paese di Tiahuanaco. Quest’uomo era così potente che divise il mondo in quattro parti e le diede a quattro uomini che insignì del titolo di re”. In molte versioni si afferma la creazione ad opera di Viracocha.

In Cile, gli Araucani e nella terra del Fuoco gli Yamana e i Pehuenche ricordano anche essi un diluvio, durante il quale i sopravvissuti si salvarono su montagne molto alte.

Un mito delle is. Figi narra di due giovani che provocano il d. per avere ucciso l'uccello favorito di Dengei, l'Essere Supremo, e poi, mentre tutta l'umanità perisce sotto le acque, proprio essi vengono salvati dallo stesso Dengei.


          MITO INDIANO 


Manù, figlio del dio Sole, stava facendo il bagno in riva al fiume. Si trovò nel palmo della mano un pesciolino di nome Matsya. Egli provò compassione per lui perché  poteva essere mangiato dai più grandi; lo mise in un' anfora di terracotta piena d'acqua. Poi crebbe e gli scavò un fossato. In seguito crebbe maggiormente e lo portò nell'oceano. Matsya disse a Manù che tra qualche anno sarebbe venuto un diluvio. Suggerì di costruirsi una nave per mettersi in salvo e Matsya promise che sarebbe andato a salvarlo. Il giorno arrivò e Matsya venne a prendere Manù e lo portò in cima ad una montagna.


                 MITO AFRICANO


LA DONNA CHE VIVE DI PIOGGIA.

kapinga non aveva moglie. Un giorno incontrò una donna e la portò a casa. La donna non voleva mangiare, perché il marito non sapeva il suo nome. Kapinga girando incontrò Kakulutu Kamunto che gli disse il nome della moglie cioè Tumba. Kapinga e Tumba andarono al villaggio del padre della donna. Arrivati, restarono a lungo. Dopo un po' Kapinga volle tornare a casa e il capo del villaggio (il padre di Tumba) gli disse di ritornare a prendere sua moglie in un giorno di pioggia. Kapinga acconsentì e dopo tornò a casa. Dopo qualche tempo di siccità il marito si diresse al villaggio di sua moglie. Arrivato non trovò nessuno, ma vide dei sassi; ne prese uno e affilò il suo coltello e poi tornò a casa. Quando cominciò a piovere Kapinga tornò al villaggio di Tumba e incontrando gli abitanti chiese di riavere sua moglie, ma il padre gli negò il permesso perché quando era andato al villaggio durante la siccità, affilando il suo coltello su quel sasso aveva fatto una grossa ferita al capo villaggio perché quel sasso era lui. Kapinga tornò a casa senza moglie.

Il matrimonio fra Kapinga e Tumba rappresenta una forma di alleanza tra uomini e esseri sovraumani. La convivenza in un primo momento è difficile, perché Kapinga non conosce il nome della donna, dopo che lo sa Tumba sembra diventare simile alle altre donne, ma è solo apparenza.


        IL DILUVIO DI TAHITI 


TAHITI fu una volta sommersa dal mare, nell'isola sopravvissero solamente due persone e gli animali che essi salvarono; il disastro iniziò con grandi piogge e una tempesta furiosa che fini per travolgere l'intera isola. Per salvarsi assieme agli animali i due esseri umani si rifugiarono sul monte più alto PITO-HITI. Finalmente dopo 10 notti cessò di piovere e il mare calò, cosi' la vita, grazie alla coppia, tornò a fiorire nell'isola. Il secondo mito narra il DILUVIO BIBLICO: si dice che il Signore, per la crudeltà degli uomini inondò la terra con un forte temporale che durò 100 giorni. Solamente una famiglia d'animo gentile si salvò, costruendo un'arca spaziosa per rifugiare ogni specie animale. Quando smise di piovere cominciarono ad avvistarsi le prime cime dei monti, fu cosi che la terra ebbe di nuovo la VITA.


   IL DILUVIO NEL MITO   BRASILIANO 


Mito Brasiliano (Curt Nimuendajè)

Il serpente Kane-roti fece il rio Tocantins e il rio Araguaia. Piovve per molti giorni, i corsi d'acqua strariparono; le acque del Tocantis raggiunsero quelle dell'Araguaia. Per 2 giorni il mondo fu sommerso. Le Apinaye fuggirono dalla Sierra Negra. Una coppia di sposi prese tre zucche giganti e le riempì di cibo, soprattutto di cereali; le chiusero, le legarono e aggrappati, si lasciarono portare alla deriva. Improvvisamente  ritornò a piovere, ma i due se la cavarono. Quando l'acqua si abbassò i due coniugi cercarono un posto dove  stabilirsi e lì si accinsero a costruire una fattoria. Un giorno un ragazzo sopravvissuto uccise un uccello e lo portò alla madre per cucinarlo. La madre si accorse che il volatile aveva semi di mais nello stomaco e chiese al figlio dove l'aveva preso saputa la notizia; la gente andò alla ricerca del posto; trovata la fattoria, si fermarono fino all autunno per raccogliere cibo. 


   IL MITO DELL'ALLUVIONE  POLINESIANO 


Il  Nibbio  e il Granchio litigano e il primo fora il cranio dell'altro.

Il Granchio per vendicarsi inonda e annega tutti i viventi.

Si salvano però due giovani sposi e gli animali riparatisi sulla loro imbarcazione.


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