Capitolo 14 GOSA, L'ULTIMA MADRE
TERRA
Per
282 anni non avemmo una Madre Terra, ed adesso, quando tutto sembrava
perduto, fu deciso di sceglierne una. La scelta cadde su Gosa, di soprannome Makonta. Era La Madre del borgo a Fryasburgt,
in Texland. Aveva una mente lucida
ed una forte sensibilità, era molto buona; e come lei, la sua
cittadella era la sola ad essere stata risparmiata, e questo per ognuno
fu il perché della sua elezione. Dieci anni dopo che i marinai erano
arrivati da Forana e da Lydasburg,. desiderarono guidare i neri, con
loro mogli ed i loro bambini, fuori del paese, ed ottenere l'opinione
della Madre sull’azione che volevano intraprendere. Ella gli chiese:
"potete portarli tutti indietro al loro paese? Se è così, non
perdete tempo, o non troveranno nessun parente vivo."
"No", dissero.Allora Gosa
rispose: "hanno mangiato il vostro pane ed il vostro sale;
si sono posti interamente sotto la vostra protezione. Dovete
ascoltare quello che vi dice il cuore. Perchè io non vi darò nessun
ordine. Teneteli finchè non sarete in grado di riportarli indietro, ma
non teneteli fuori della vostra cittadella. Sorvegliate sopra le loro
morali, ed educateli come se fossero figli di Frya. Le loro donne qui
sono le più forti. Il loro sangue scomparirà come il fumo, ed alla
fine non rimarrà niente, ma il sangue di Frya rimarrà nei loro
discendenti." Cosí rimasero qui. Adesso, vorrei che i miei
discendenti osservassero come le parole della lontana Gosa fossero colme
di verità. Quando il
nostro paese iniziò a riaversi, giunsero gruppi di poveri uomini e
donne di Sassonia nei vicinati di Stavern ed Alderga, a cercare l'oro e
gli altri tesori nelle terre paludose. Ma i marinai non lo permisero,
così andarono a stanziarsi nel
villaggio vuoto del Flyland Occidentale per non soccombere. Questo Gosa
ha lasciato in eredità: "Salve a tutti gli uomini! Non ho nominato
nessuna Madre Terra, perché non conosco nessuna, e perché è meglio
per voi non avere nessuna Madre che averne una di cui non ci si può
fidare. Un tempo cattivo è passato, ma ce n’è tuttavia un altro che
sta arrivando. Irtha non gli ha dato la nascita, e Wr-Alda non lo ha
deciso.Viene dall'Est, fuori dal seno dei sacerdoti. Stenderà l'oscurità
sopra le menti degli uomini come le nubi tempestose sulla luce del sole.
Ovunque l'arte e l'inganno lotteranno con la libertà e la giustizia. La
libertà e la giustizia prevarranno, e noi con loro. "Ma questo
successo sorgerà dalla sconfitta. I nostri discendenti insegneranno
alle loro genti ed ai loro schiavi il significato di tre parole; che
sono la legge universale, la libertà, e la giustizia. Dapprima
brilleranno, poi lotteranno con l'oscurità, finché in ogni uomo la
mente ed il cuore diventeranno luminosi e chiari. Poi l'oppressione sarà
allontanata dalla terra, come il temporale dal vento tempestoso, e tutto
l'inganno cesserà di avere qualsiasi potere." Gosa. Adesso
Racconterò Come il Geertmen e molti discepoli di Hellenia sono
ritornati: Due anni dopo che Gosa era diventata la Madre era arrivata lì
a Flymeer una flotta. Le genti gridarono "Ho-n-seen" (che
benedizione). Navigarono poi a Stavern, e di nuovo gridarono.
Innalzarono le loro bandiere, ed a notte lanciarono nell'aria frecce
infuocate. Alla luce del giorno alcuni di loro remarono con una barca
nel porto, gridando ancora, "Ho-n-seen." Quando raggiunsero la
riva un giovane salì sul bastione. Nella sua mano teneva uno scudo sul
quale erano posti del pane e del sale. Dopo di
lui venne un uomo canuto, che disse "Noi siamo venuti dalla
distante terra Greca per conservare le nostre usanze. Adesso desideriamo
che voi siate abbastanza gentili da darci altrettanta terra che ci
permetterà di vivere." Egli narrò una lunga storia, che racconterò
completamente d'ora in avanti. Il vecchio non sapeva che cosa fare,
inviarono dei messaggeri tutto intorno, ed anche a me. Andai, e dissi
che ora che avevamo una Madre ci conveniva chiedere il suo consiglio. Io
stesso andai con loro. La Madre che sapeva già tutto, disse,
"Lasciateli venire, ci aiuteranno a tenere le nostre terre, ma non
fateli rimanere in un posto solo, affinché non diventino troppo potenti
per noi." Facemmo come disse, e questo fu abbastanza di loro
gradimento. Friso rimase con le sue persone a Stavern, e ne fecero di
nuovo un porto così come meglio poterono. Wichhirt andò con la sua
gente verso est all'Emude. Alcuni dei discendenti di Jon che credevano
di provenire dalla gente di Alderga andarono là. Un numero piccolo,
sicuri che i loro antenati erano venuti dalle sette isole, andarono là
e si stabilirono entro il perimetro della cittadella di Walhallagara.
Liudgert, l'ammiraglio di Wichhirt, era il mio compagno, e
successivamente mio amico. Del suo diario ho estratto la storia
seguente. Tutto questo è stato preso dal diario di Liudgert,
l'ammiraglio di Wichhirt. Dopo che ci eravamo stabiliti già da 1224
anni nella terra delle Cinque Acque (Punjab), ed i nostri marinai
navigavano tutti i mari che si potevano trovare, venne Re Alessandro,
con un potente esercito discese il fiume verso i nostri villaggi.
Nessuno gli poteva resistere; ma noi, genti del mare, che vivevamo
vicino ad esso, mettemmo tutti i nostri averi a bordo delle navi e
approntammo la nostra partenza. Quando Alessandro venne a conoscenza che
una flotta così grande era fuggita da lui, divenne furioso, e giurò
che avrebbe bruciato tutti i villaggi se non fossimo ritornati. Wichhirt
era malato a letto. Quando Alessandro lo seppe, attese finché non
migliorò di salute. Dopo di che andò da lui, parlando molto
gentilmente ma mentendo, come aveva fatto prima. Wichhirt rispose:
"Oh più grande dei re, noi marinai navighiamo ovunque; abbiamo
sentito delle tue grandi azioni, e quindi siamo pieni di rispetto per i
tuoi eserciti, e ancor di più per la tua saggezza; ma noi che siamo i
figli nati liberi di Frya, non possiamo diventare i tuoi schiavi; ed
anche se lo volessi, gli altri morirebbero in breve tempo, perché così
è comandato dalle nostre leggi." Alessandro rispose, "non
desidero prendere la vostra terra, o fare schiave le vostre genti,
desidero soltanto assumere i vostri servizi. Lo giurerò su entrambi gli
Dei, in modo che nessuno possa essere scontento." Quando Alessandro
divise il pane ed il sale con lui, Wichhirt scelse la parte la più
saggia. E lasciò che suo figlio andasse a prendere le navi. Quando
furono tutti ritornati
Alessandro li assunse nella totalità. Per mezzo di loro desiderava
trasportare la sua gente al santo Gange, che non era stato in grado di
raggiungere. Poi scelse fra tutte le persone e fra i soldati quelli che
si erano abituati al mare. Wichhirt si era ammalato di nuovo, quindi andò
solo con Nearchus, inviato dal re. Il viaggio terminò senza nessun
vantaggio, perché gli Ioni ed i Fenici litigavano sempre, così che
Nearchus stesso non li tenne più in considerazione. Nel frattempo, il
re non era rimasto inerme. Aveva comandato ai i suoi soldati che
tagliassero alberi per ricavarne delle assi, con le quali, e con l'aiuto
dei nostri carpentieri, aveva costruito delle navi. Ora voleva egli
stesso diventare un re del mare, e navigare con il suo esercito intero
sul Gange; ma i soldati che venivano dai paesi montuosi avevano paura
del mare. Quando udirono che dovevano navigare, dettero fuoco alle assi
di legname, e tutto il nostro villaggio fu
ridotto in cenere. Dapprima pensammo che ciò fosse stato fatto
per ordine di Alessandro, ed eravamo tutti pronti a gettarci in mare; ma
Alessandro era furioso, e voleva come la sua gente uccidere i soldati.
Comunque, Nearchus, che non era solo il suo ufficiale principale, ma
anche suo amico, lo consigliò di non di agire in quel modo. Finse
dunque di credere che tutto era successo per un deprecabile incidente, e
non ne parlò più. Adesso desiderava ritornare, ma prima aveva
intenzione di fare un’inchiesta su
come e chi fossero realmente i colpevoli. Non appena lo constatò, li
disarmò tutti, e gli fece costruire un nuovo villaggio. Arruolò le
proprie persone sotto le armi ed intimò agli altri di costruire una
cittadella. Portammo le donne ed i bambini con noi. Quando arrivammo
alla foce dell'Eufrate, potemmo scegliere sia un luogo per stabilirci
oppure tornare indietro. La nostra paga ci sarebbe stata garantita in
qualunque caso. Sulle navi nuove che erano state risparmiate dal fuoco
imbarcò sia gli Joni che i Greci. Egli stesso andò con il resto della
sua gente lungo la costa, attraverso l’arido deserto; cioè attraverso
la terra che Irtha aveva sollevato fuori del mare, quando aveva
innalzato lo stretto non appena i nostri antenati erano passati nel Mar
Rosso. Quando arrivammo a Nuova Geertmania (Nuova Geertmania è il porto
che avevamo costruito per prendere il mare), incontrammo Alessandro con
il suo esercito. Nearchus andò a terra, e ci rimase per tre giorni. Poi
procedemmo ulteriormente. Quando arrivammo all'Eufrate, Nearchus andò a
terra con i soldati ed un grosso gruppo di persone; ma ritornò presto,
e disse, "Il Re ti richiede, per il suo beneficio, invitandoti ad
intraprendere un viaggio sul Mar
Rosso; dopo di che ciascuno riceverà tanto oro quanto ne può
portare." Quando arrivammo, ci mostrò dove era situato
precedentemente lo stretto. Trascorse là trenta giorni, sempre
guardando costantemente verso il deserto. Alla fine arrivarono una
grande carovana di persone, che portavano con loro 200 elefanti, 1.000
cammelli, una quantità di legname, di corde, e tutti i tipi di utensili
necessari per trascinare la nostra flotta fino al Mare Mediterraneo.
Questo ci stupì, ci sembrava infatti la cosa più straordinaria mai
vista; ma Nearchus ci disse che il suo re desiderava mostrare agli altri
re che era più potente di qualunque altro re di Tiro ci fosse mai
stato. Eravamo soltanto ad assistere, e ciò non ci poteva
recare sicuramente nessun danno. Fummo allora obbligati a
lavorare, e Nearchus sapeva come gestite tutto così bene, che prima del
trascorrere di tre mesi le nostre navi galleggiavano nel Mare
Mediterraneo. Quando Alessandro constatò che il suo progetto era
riuscito, divenne così audace che desiderò scavare la terra che aveva
messo in secca lo stretto, in aperta sfida di Irtha; ma Wr-Alda abbandonò
la sua anima, cosicché sì distrusse con il vino e l'avventatezza prima
di poter iniziare l’opera. Dopo la sua morte, il regno fu diviso fra i
suoi principi, e ciascuno doveva conservare una parte per suoi figli, ma
questo non era nelle loro intenzioni. Ciascuno infatti desiderava
conservare la propria parte, o a prenderne di più. Poi scoppiò una
guerra, e non potemmo ritornare indietro. Nearchus voleva che ci
stabilissimo sulla costa della Fenicia, ma nessuno volle farlo. Dicemmo
che piuttosto avremmo rischiato tentando di ritornare a Friesland.
Allora ci portò al nuovo porto di Atene, dove tutti i veri figli di
Frya erano precedentemente giunti. Andammo, soldati con le nostre merci
e le nostre armi. Fra i numerosi principi Nearchus aveva un amico di
nome Antigonus. Questi due avevano soltanto un obiettivo in vista, come
ci dicevano - aiutare la razza reale, e restaurare la libertà in tutto
il territorio Greco. Antigonus aveva, fra molti altri, un figlio
chiamato Demetrius, successivamente chiamato " Vincitore della Città".
Andò una volta alla città di Salamina, e dopo essere stato qualche
tempo a combattere là, ebbe un ingaggio sulla flotta di Ptolemy(Tolomeo).
Tolomeo era il nome del principe che regnava sull’Egitto. Demetrius
vinse la battaglia, non con i propri soldati, ma perché l’aiutammo
noi. Avevamo fatto questo non per amicizia di Nearchus, ma perché
sapevamo che era un bastardo di nascita con la sua pelle bianca, gli
occhi blu, ed i capelli biondi. Successivamente, Demetrius attaccò
Rodi, e trasportammo là i suoi soldati e le sue provvigioni. Quando
facemmo il nostro ultimo viaggio a Rodi, la guerra era finita. Demetrius
navigò verso Atene, e quando arrivammo nel porto, l’intero villaggio
era in un pianto profondo. Friso, che era il re della flotta, aveva un
figlio ed una figlia cosí eccezionalmente fieri, che sembravano appena
usciti da Friesland, e più belli di chiunque dipingesse se stesso. La
fama di questo si sparse ovunque in Grecia, e arrivò agli orecchi di
Demetrius. Demetrius era vile ed immorale, e pensava di poter fare come
gli pareva. Portò via la figlia. La Madre non osò attendere il ritorno
della sua gioia ( le mogli dei marinai chiamano gioia i loro mariti. Gli
uomini chiamano le loro mogli comodità ed allegria).E come non osò
aspettare il ritorno di suo marito, andò con suo figlio da Demetrius, e
lo implorò di ridarle indietro sua figlia; ma quando Demetrius vide il
figlio lo portò nel suo palazzo e fece di lui quello che aveva fatto a
sua sorella. Inviò una borsa di oro alla Madre, che la gettò nel mare.
Quando arrivò a casa era fuori di testa, e corse per le strade urlando:
"Avete visto i miei bambini? Il dolore è con me! Lasciatemi
trovare un posto in cui nascondermi, mio marito mi ucciderà perché ho
perso i suoi figli." Quando Demetrius sentì che Friso era tornato
a casa, gli inviò dei messaggeri per dirgli che aveva preso i suoi
figli per aumentarli di grado, e per ricompensarlo per i suoi servizi.
Ma Friso era orgoglioso e appassionato, e mandò un messaggero con una
lettera ai suoi bambini, nella quale gli raccomandava di accettare la
volontà di Demetrius, che desiderava promuovere la loro felicità; ma
il messaggero aveva un'altra lettera con il veleno, che ordinò a loro
di prendere: "Ma", disse, "i vostri corpi sono stati
contaminati contro la vostra volontà. Non dovete biasimare questo; ma
se le vostre anime non sono pure, non andrete mai nel Walhalla. I vostri
spiriti girovagheranno sulla terra nell'oscurità. Come i pipistrelli e
i gufi, di giorno vi nasconderete nei fori, e nella notte verrete a
strillare e piangere presso le nostre tombe, mentre Frya dovrà girare
la testa lontano da voi." I bambini fecero come loro padre aveva
comandato, e il messaggero avuto i loro corpi li gettò nel mare, e
riferì che erano fuggiti. Ora Friso desiderava andare con tutta la sua
gente nella terra di Frya, dove precedentemente era stato, ma la maggior
parte di loro non voleva andare. Così Friso dette fuoco al villaggio e
tutti i magazzini reali; così nessuno poteva rimanere lì, e tutti
furono contenti di non essere bruciati vivi. Ci lasciammo tutto indietro
tranne le mogli ed i bambini, avevamo anche una grande quantità di
provvigioni e di utensili da guerra, ma Friso non era ancora soddisfato.
Quando arrivammo al vecchio porto, uscì con i suoi soldati più
robusti e dette fuoco a tutte le navi che poteva raggiungere con
le sue frecce. Sei giorni dopo vedemmo che la flotta da guerra di
Demetrius si dirigeva verso di noi. Friso ci ordinò di posizionare le
navi piccole in una linea larga, e mettere le navi grandi con le donne
ed i bambini davanti. Ci ordinò poi di portare le balestre che erano
tenute nascoste e fissarle a poppa delle navi, perché, diceva,
"dobbiamo combattere mentre ci ritiriamo. Nessun uomo deve
permettersi di inseguire un solo nemico, questo è il mio ordine."
Mentre eravamo occupati a fare questo, all’improvviso il vento ci spirò
contro, con grande allarme dei vigliacchi e delle donne, perché non
avevamo schiavi eccetto quelli che ci avevano seguito volontariamente.
Quindi non potevamo fuggire dal nemico remando. Ma Wr-Alda sapeva bene
perché aveva fatto questo; e Friso, che lo capì, collocò
immediatamente le frecce infuocate sulle balestre, e allo stesso tempo
dette l'ordine che nessuno doveva sparare prima che ciò fosse fatto, e
che dovevamo tutti colpire la nave di centro. Se riuscivamo in questo,
disse, gli altri sarebbero andati tutti in suo aiuto, ed a quel punto
ognuno poteva sparare nel miglior modo che era in grado di fare. Quando
eravamo ad una fune e mezza di distanza da loro i Fenici iniziarono a
sparare, ma Friso non rispose finché la prima freccia non cadde a sei
scandagli dalla sua nave. Poi sparò, ed il resto lo seguì. Era come
una doccia di fuoco; e siccome le nostre frecce andavano con il vento
rimasero tutte accese e raggiunsero la terza linea. Tutti gridavano e si
rallegravano, ma le grida dei nostri avversari erano così forti che i
nostri cuori si sono stretti. Quando Friso
pensò che era sufficiente ci chiamò alla ritirata, e fuggimmo
lontano; ma dopo due giorni di lento navigare un'altra flotta di trenta
navi entrò in vista e guadagnava su di noi. Friso dispose ancora per
l'azione, ma gli altri inviarono una piccola barca a remi con dei
messaggeri, che chiesero il permesso di navigare con noi, come fossero
Joni. Erano stati obbligati da Demetrius ad andare al vecchio rifugio; lì
avevano sentito della battaglia, e cingendo le loro spade robuste, ci
avevano seguiti. Friso, che aveva navigato bene con gli Joni, disse
"Sì," ma Wichhirt, il nostro re, disse "No agli Joni",
"sono degli adoratori di dei pagani; io stesso ho udito
invocarli." "Questo è dovuto alla loro relazione con i Greci
reali," disse Friso. "L' ho fatto spesso anch’io, ed ancora
sono un pio Frisone come chiunque di voi." Friso era l'uomo adatto
per portarci a Friesland, quindi gli Joni vennero con noi. Sembra che
questo soddisfacesse Wr-Alda, e prima che tre mesi fossero trascorsi
costeggiavamo lungo la Gran Bretagna, e tre giorni dopo potemmo gridare
"Huzza." Salve! Quando il Viaggiatore ha completato un
periodo, poi i posteri capiranno che le colpe ed i misfatti che i
Brokmen avevano portato con loro appartenevano ai loro antenati; quindi
guarderò, e descriverò altrettanto le loro usanze così come ho visto.
Sul Geertmen posso passare oltre. Non ho avuto molto a che fare con
loro, ma per quanto ho visto, hanno mantenuto soprattutto la loro lingua
ed i loro costumi. Non posso dire questo degli altri. Quelli che
discendono dai Greci parlano una brutta lingua, e non hanno molto da
vantarsi dei loro modi. Molto hanno gli occhi ed i capelli marroni. Sono
invidiosi ed impudenti, e vigliacchi per la superstizione. Quando
parlano, mettono per prime le parole che dovrebbero venire in ultimo.
Per vecchio dicono a; per il sale, sat; e per uomo, ma, troppo da menzionare. Usano anche delle abbreviazioni di
nomi, che non hanno significato. Gli Joni parlano meglio, ma fanno
cadere la "H", e la mettono dove non dovrebbe essere. Quando
fanno una statua di una persona morta credono che lo spirito del
dipartito entri in essa; quindi tengono nascoste le loro statue di Frya,
Fasta, Medea, Thiania, Hellenia, e molte altre. Quando nasce un bambino,
tutto i parenti vengono insieme a pregare Frya che invii i suoi
servitori a benedire il bambino. Quando hanno pregato, non si devono né
muovere né parlare. Se il bambino inizia a piangere, e continua per un
po’ di tempo, è un segno cattivo, e sospettano che la madre abbia
commesso adulterio. Ho visto molte cose cattive derivare da questa
usanza. Se il bambino dorme, questo è un segno buono, i servitori di Frya sono venuti. Se ride nel sonno, i
servitori gli hanno promesso la felicità. Inoltre, credono negli
spiriti cattivi,nelle streghe, nei maghi, i nani, e gli elfi, come se
discendessero dai Finlandesi. Con questo, finisco, e penso che ho
scritto più di chiunque altro dei miei antenati. Frethorik. Frethorik,
mio marito, visse fino all'età di 63anni. Visto che a 108 anni morì il
primo della sua razza di una morte pacifica; tutti gli altri sono
deceduti di morte violenta, perché tutti loro combatterono sia con le
proprie genti, sia con gli stranieri per il diritto e il dovere. Mi
chiamo Wiljo. Sono la fanciulla che venne insieme a lui in casa sua
dalla Sassonia. Nel corso della conversazione venne fuori che entrambi
eravamo della razza di Adela, così iniziò il nostro amore, e
diventammo marito e moglie. Mi lascia con cinque bambini, due figli e
tre figlie. Konrad era mio figlio più grande, Hachgana il secondo. Mia
figlia maggiore si chiama Adela, la seconda Frulik, e la più giovane
Nocht. Quando andai in Sassonia conservai tre libri
"Il Libro di Canzoni", "Il Libro di
Narrazioni", e "Il Libro di Hellenia". Scrivo questo
affinché le persone non pensino che discendo da Apollonia. Ho avuto un
notevole fastidio per questo, e quindi adesso il mio desiderio è di
averne l'onore. Ho fatto anche di più. Quando Gosa Makonta morì, la cui bontà e chiarezza di vedute erano diventate proverbiali,
andai da sola a Texland per copiare le scritture che aveva lasciato; e
quando l'ultima volontà di Frana fu trovata, con le scritture lasciate
da Adela o Hellenia, lo feci di nuovo. Queste sono le scritture di
Hellenia. Le ho messe per prime perché sono le più vecchie. Salve a
tutti i veri Frisoni: nei vecchi tempi, la razza di Slavonic(Slava) non
conosceva niente della libertà. Erano tenuti sotto il giogo come dei
buoi e condotti negli intestini della terra per scavare i metalli,
dovevano anche costruire case di pietra e dimore per i principi ed i
sacerdoti. Di tutto quello che
facevano niente era destinato a loro stessi, tutto doveva servire per
arricchire e fare più
potenti i sacerdoti ed i principi, e a soddisfarli. Grazie a questo
trattamento invecchiavano incanutendosi
precocemente, e morivano senza aver provato nessun piacere;
sebbene la terra producesse in abbondanza per il bene di tutti i suoi
figli. Ma i nostri fuggitivi ed esiliati andarono attraverso la Germania
ai loro confini, ed i nostri marinai andarono nei loro porti. Da loro
sentirono parlare della libertà, della giustizia, e delle leggi, senza
le quali gli uomini non possono esistere. Questi discorsi erano tutti
assorbiti dalle persone infelici come la rugiada da un suolo arido.
Quando lo capirono completamente, il più coraggioso fra loro iniziò a
scuotere le sue catene, cosa che affliggeva i principi. I principi sono
orgogliosi e guerrieri; c’è quindi qualche virtù nei loro cuori. Si
consultarono insieme ed accordarono alcune delle loro superfluità; ma i
sacerdoti vigliacchi ed ipocriti non poterono sopportarlo. Tra i loro
falsi dei avevano inventato anche dei mostri malvagi e crudeli. La
pestilenza irruppe nel paese; e dissero allora che gli dei erano
arrabbiati per lo spadroneggiare del malvagio. Poi il più audace tra le
persone fu strangolato con le sue catene. La terra bevve il loro sangue,
e quel sangue produsse il granoturco e le frutta che ispirava con la
saggezza quelli che ne mangiavano. Mille e seicento anni fa, Atland fu
sommersa e a quel tempo qualcosa successe che nessuno aveva considerato.
Nel cuore della terra di Finda, su una montagna, si stendeva una pianura
chiamata Kasamyr (Kashmir) che era "straordinaria." C'era nato
un bambino la cui madre era la figlia di un re, ed il padre era un gran
sacerdote. Per nascondere la vergogna furono obbligati a rinunciare al
loro proprio sangue. Perciò fu tolto dalla città e alle persone
povere. Come il ragazzo crebbe, non nascondeva niente, e fece tutto ciò
che era in suo potere per acquisire la saggezza. La sua intelligenza era
così grande che capiva ogni cosa che vedeva o sentiva. Le persone lo
consideravano con rispetto, ed i sacerdoti
avevano paura delle sue domande. Quando raggiunse la piena
maturità andò dai suoi genitori e questi dovettero ascoltare il suo
duro linguaggio; e per sbarazzarsi di lui gli dettero molti gioielli, ma
non osarono riconoscerlo apertamente. Sopraffatto dal dolore per la
falsa vergogna dei suoi genitori, andò errando. Mentre viaggiava
incontrò un marinaio Frisone che serviva come schiavo, che gli insegnò
i nostri modi e le nostre usanze. Comprò allora la libertà dello
schiavo, e rimasero amici fino alla morte. Dovunque andasse insegnava
alle persone di non tollerare gli uomini ricchi e i sacerdoti, e a
guardarsi dalla falsa vergogna, che ha nociuto ovunque all’amore e
alla carità. La terra, diceva, ha accordato i suoi tesori a quelli che
graffiano la sua pelle; così tutti sono obbligati a scavare, ad arare,
e seminare se desiderano mietere, ma nessuno è obbligato a fare niente
per un altro a meno che non sia per benevolenza. Insegnava che gli
uomini non dovevano scavare nei suoi intestini per l'oro, l'argento, o
le pietre preziose, che sono occasione d’invidia e distruggono
l'amore. Per abbellire le vostre mogli e figlie, diceva, il fiume offre
il suo ruscello più puro. Nessun uomo è in grado di fare ciascuno
ugualmente ricco e felice, ma è dovere di tutti gli uomini fare se
possibile ugualmente l'uno e l'altro ricco e felice. Gli uomini non
devono disprezzare nessuna conoscenza; ma la giustizia è la più grande
conoscenza che il tempo può insegnare, perché ripara dalle offese e
promuove l'amore. Il suo nome di battesimo era Jessos, ma i sacerdoti,
che lo odiavano, lo chiamarono Fo, cioè falso; la gente lo chiamava
Krishna, cioè il pastore; ed il suo amico Frisone lo chiamava Buddha
(la borsa), perché aveva nella sua testa un tesoro di saggezza, e nel
suo cuore un tesoro di amore. Alla fine fu obbligato a fuggire dalla
collera dei sacerdoti; ma dovunque andava il suo insegnamento l'aveva
preceduto, mentre i suoi nemici lo seguivano come fossero la sua ombra.
Jessos viaggiò in questo modo per dodici anni ed infine morì; ma i
suoi amici conservarono il suo insegnamento, e lo diffusero ovunque
trovassero degli ascoltatori. Che cosa pensate abbiano fatto i
sacerdoti? Ve lo devo dire, e dovete prestare la vostra migliore
attenzione, e stare in guardia contro i loro atti ed i loro trucchi con
tutta la forza che Wr-Alda vi ha dato. Mentre la dottrina di Jessos così
si diffondeva per la terra, i falsi sacerdoti andarono nel suo paese
natio a far conoscere la sua morte. Dicevano che erano i suoi amici, e
fingevano di mostrare un gran dolore stracciandosi i vestiti e rasandosi
le teste. Andarono a vivere nelle cave delle montagne, ma lì avevano
nascosto tutti i loro tesori, e ci facevano le immagini di Jessos.
davano queste statue alle persone semplici, e alla fine dicevano che
Jessos era un dio, che lo aveva dichiarato a loro, e che tutti quelli
che seguivano la sua dottrina sarebbero d'ora in avanti entrati nel suo
regno, dove tutto era gioia e felicità. Poiché sapevano che si era
opposto al ricco, annunciavano ovunque quella povertà, sofferenza ed
umiltà che erano la porta per entrare nel suo regno, e quelli
che avevano sofferto di più sulla terra avrebbero trovato lì il
piacere e la più grande felicità. Sebbene sapessero che Jessos aveva
insegnato agli uomini di regolare
e controllare le loro passioni, insegnarono che gli uomini le dovevano
soffocare, e che la perfezione dell’umanità consisteva nell'essere
insensibile come una fredda pietra. Per far credere alle persone che
facevano come predicavano, fingevano la povertà esterna; soffocavano
tutti i sentimenti sensuali, e non prendevano mogli. Se una giovane
ragazza qualsiasi faceva un passo falso, era velocemente perdonata; il
debole, dicevano, deve essere assistito, e per salvare le loro anime gli
uomini devono elargire e donare largamente alla Chiesa. Agendo in questa
maniera, ebbero delle mogli e dei bambini senza famiglia, divennero
ricchi senza lavorare; e le persone crebbero più povere e più
miserabili di prima. Questa dottrina, non richiede ai sacerdoti di
possedere alcuna conoscenza ulteriore tranne quella di parlare
disonesto, e fingere di essere pio, agendo nel contempo ingiustamente,
diffusa dall'est all'ovest, arriverà anche alla nostra terra. Ma quando
gli stravaganti sacerdoti che hanno spento interamente la luce di Frya e
Jessos, faranno poi insorgere tutte le classi di uomini su quelli che
avevano conservato tranquillamente la verità fra di loro, al riparo dai
sacerdoti. Si spargerà il sangue di principi di sacerdoti, di Slavi, e
quello di Frya. E questi faranno in modo nella loro luminosa evidenza,
che tutti gli uomini vedano la verità; e piangano di dolore per le
azioni dei principi e dei sacerdoti. I principi che amano la verità e
la giustizia si separeranno dai sacerdoti; il sangue scorrerà, ma da
questo le persone trarranno nuova forza. Il popolo di Finda contribuirà
con il loro lavoro, quello di Lyda, con la forza, e noi con la saggezza
al bene comune. I falsi sacerdoti saranno spazzati via dalla terra. Lo
spirito di Wr-Alda sarà invocato ovunque e per sempre; e le sue leggi
che all’inizio ha instillato nelle nostre coscienze saranno le sole
ascoltate. Non ci saranno né principi,
né padroni, né governatori, eccetto quelli scelti dalla voce del
popolo. Poi Frya si rallegrerà, e la terra concederà soltanto i suoi
regali a quelli che lavorano. Tutto questo inizierà 4.000 anni dopo la
sommersione di Atland, e 1.000 anni più tardi lì non esisteranno più
né sacerdoti né oppressione. Dela, soprannominata Hellenia, La
sorvegliante! |