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I |
1 BARACCHINA ARDENZA |
2 BARRIERA DEL PORTO |
3 CASTELLO DI ANTIGNANO |
4 CORSO VITTORIO EMANUELE |
5 IL VOLTONE |
6 IPPODROMO DI ARDENZA |
7 PIAZZA BARTOLOMMEI |
8 PIAZZA CAVOUR |
9 PIAZZA GRANDE |
10 PIAZZA GUERRAZZI |
11 PIAZZA SFORZINI |
12 PIAZZA VITTORIO EMANUELE |
13 PONTE NUOVO |
14 STAZIONE CENTRALE |
15 TRANWAY ELETTRICO |
16 VIA GRANDE |
17 VIALE DI ANTIGNANO |
18 CAFFE' DELLA POSTA |
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20 VIALE REGINA MARGHERITA |
1 | Livorno,
Ardenza di Mare “Chalet”, c'è scritto sulla cartolina realizzata,
da “fotografia Bettini” che una certa Sandrina ha inviato ad una
famiglia di Empoli con ,”mille saluti”.
A quel tempo dovremmo essere alla fine dell'800, Livorno era una
città turisticamente importante e quella che oggi è «La baracchina
rossa» di Ardenza, era méta di ,forestieri venuti nella nostra città
per i bagni di mare. Sulla
terrazza dello chalet si notano i quattro pali che sostenevano, insieme
alla torre, il tendone che d'estate riparava i clienti dal sole. ”Caffè
buffet” c'è scritto nel rombo sopra la finestra accanto alla porta
d'ingresso. |
2 | Una
delle due edicole che segnano l'ingresso del Porto, di mole massiccia a
bozze di pietra, intonata perfettamente all'architettura delle mura
d'unione. Una tettoia metallica sorretta da quattro colonnine fuse in
ghisa, proteggeva i doganieri dalle intemperie. Una cancellata ne
chiudeva l'ingresso mezz'ora dopo il tramonto, come del resto venivano
chiuse le vie d'acqua con travi e catene. Il complesso ebbe questo
aspetto nel 1874 dopo l’abbattimento di alcune vecchie casupole
letteralmente ammucchiate a ridosso
e all’interno delle mura. Ciò rese possibile la costruzione
del Bacino di Carenaggio ad opera dei Fratelli Orlando, proprietari del
vicino cantiere. |
3 |
L'antico Castello di Antignano in una cartolina con
timbro postale del 27.8.15 spedita da Livorno e diretta a Vergato ad un
militare del 27' Reggimento Fanteria da Campagna. Davanti all'albergo soltanto i campi che portano al mare.
In primo piano, a sinistra, un basso fabbricato, forse un
lavatoio e, al centro, un “tranway elettrico”, sulla destra, un
cadesse con due persone a cassetta.
Il Castello di Antignano, verso la metà dell'800, venne
trasformato in albergo ed ebbe una certa fortuna con il grosso sviluppo
turistico della frazione. |
4 | Il tratto finale di Corso Vittorio Emanuele;
sullo sfondo il , “Voltone”. A
sinistra, in primo piano, l'edicola dei giornali rimasta in piedi fino a
dopo l'ultima guerra. Alle
spalle il “costernino”.A destra si nota il negozio del libraio
editore Raffaello Giusti, specializzato in libri scolastici e che fu,
tra l'altro, editore di Giovanni Pascoli.
Accanto alla libreria un negozio di “Tabacchi e Sale”.
Nello stesso tratto di strada, di fronte al «Cisternino», si
trovava l'orologiaio «Grossi», fornitore di pezzi di ricambio anche ad
altri orologiai, l'ingresso del cinema Lazzeri, il Bar Stella e il Bar
La Posta. Proprio sull'angolo il negozio di tessuti “Procaccia”, e
la cartoleria «Mei» che hanno resistito al tempo. |
5 |
Una suggestiva inquadratura della Piazza Carlo
Alberto detta del Voltone, oggi Piazza della Repubblica, progettata
dall'architetto Luigi Bettarini. Di questa piazza esistono tante
fotografìe, moltissime realizzate dai fratelli Alinari di Firenze.
L'immagine che presentiamo fa parte di una «cartolina postale»
stampata nel 1910.- l'autore è ignoto, o perlomeno non ha fìrmato la
sua «opera». Ha comunque
una sua indiscussa validità per la vivacità dell'immagine e la
realizzazione tecnica. Ben
visibile la base di uno dei due monumenti (le statue di Leopoldo II e
Ferdinando III) arricchita da ornamenti eseguiti dagli “ornatisti”
fiorentini Luigi e Francesco Giovannozzi e da bassorilievi degli
scultori Demi, T. Guerrazzi, Puntoni e Cambi. |
6 | Il grande sviluppo turistico di Livorno, ed in
particolare di Ardenza verso la metà dell'800, dà il via ad una serie
di iniziative tese soddisfare le esigenze dei “forestieri”,che
vengono nella nostra città per un periodo di villeggiatura. Così
nascono i «Casini»(1841) e inizia la costruzione dell’Ippodromo che
sarà aperto al pubblico nel 1868. Nel nuovo elegantissimo impianto,
come si può vedere nella foto scattata poco dopo l'inaugurazione, vi si
svolgevano gare di galoppo e di trotto, di giorno, in inverno, e in
notturna in estate. |
7 |
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8 | Una splendida immagine di insieme di piazza
Cavour nei primi anni del secolo. In
primo piano un'auto «sfreccia» sul selciato mentre, a sinistra, il
tram elettrico ha sostituito quello a cavalli.
Sulla destra le <carrozze di piazza>, in attesa dei
passeggeri. Da notare, sulla destra, in primissimo piano, in basso, il
lampione a gas mentre più in alto un altro lampione ad energia
elettrica. - tutto in questa foto sta ad indicare la preparazione del
passaggio da un'epoca all'altra. Infine c'è da dire che l'immagine deve
essere stata scattata in una giornata di festa: i passanti, abbastanza
numerosi, sono tutti vestiti con una certa eleganza. |
9 | Qualcuno
ha scritto che era la più grande piazza del mondo con i suoi
trecentoventi metri di lunghezza e i settantatre di larghezza; altri
ricordano che venne presa ad esempio da rinomatissimi urbanisti
stranieri:
la «Gran Place Royale di Parigi, la «Piace
Ducale» di Charleville e, addirittura, la
piazza del «Covent Garden» di Londra trassero ispirazione dalla
nostra Piazza Grande. Tutto
ciò suonerà piuttosto strano alle orecchie delle generazioni giovani
ma, in realtà, la Livorno scomparsa sotto l'uragano della guerra
annoverava diversi gioielli scaturiti dalle nobili fantasie del
Buontalenti o del Cogorano. La Piazza Grande, appunto, era uno di questi. Vecchie stampe
ce la mostrano sgombra di ogni ornamento urbanistico al centro, e si
capisce subito perchè si chiamasse, all'inizio, Piazza d'Arme.-
amplissima, d'una vastità quasi surreale, veniva animata dalle
evoluzioni di formazioni armate che si contendevano il dominio di
Livorno e del suo celebre porto. Tra
il Seicento e la metà dell'Ottocento (col tragico finale austro-«toscano,,
del '49) la piazza ne ha viste di tutte: soldati spagnoli e tedeschi,
genovesi e francesi, fiorentini e pisani, inglesi e napoletani, russi,
volterrani, aretini. Nel
Settecento, il secolo in cui le occupazioni assunsero un ritmo
frenetico, i buoni livornesi, al mattino, si domandavano l'un l'altro:
«oggi di chi siamo?». Dopo
i decenni delle parate militari italiane, centinaia di -Fortezze
Volanti, chiusero il capitolo, nel '43-'44, tramutando la piazza
(diventata dal 1878 «Vittorio Emanuele») in un allucinante deserto
lunare. Fu una fine wagneriana nella melodica città di Mascagni.
Pareva letteralmente impossibile una rinascita.
Cosicchè quando, per una scelta che sarebbe esagerato definire
plebiscitaria, la piazza venne divisa 'ln due' per via del “Nobile”,
e piuttosto ingombrante – “interrompimento”, l'ovvio mugugno
labronico fu piuttosto contenuto. prima di tutto vivere.
E poi ricostruire. Però
i livornesi meno giovani commentano con un sospiro, e con qualche frase
poco ortodossa, le patetiche, bellissime foto come questa... |
10 | Rassegnatissimi ma dignitosi i cavalli degli
«omnibus,> trascinano i viaggiatori dinanzi allo sguardo corrucciato
del Guerrazzi. I
viaggiatori, per la verità, non sono numerosi anche perchè, a piedi,
si impiega lo stesso tempo. Si
guardi con che calma quel concittadino, col corbello sulle spalle,
attraversa dinanzi ai destrieri in coppia i quali sembrano concordare
sul detto: «In due si soffre meglio». Sullo sfondo il Cisternino, una
pregevole opera leopoldina (1832) effettuata su progetti del celebre
architetto Poccianti. Ai
tempi della foto, primissimi anni del secolo, il Cisternino (nato come
deposito ausiliario) che avrebbe dovuto distribuire le acque delle
sorgenti di Colognole non andò mai in funzione, probabilmente per un
errore di livellazione rivelatosi durante la costruzione della grande
volta sul Fosso Reale (piazza della Repubblica). Attualmente il tutto
forma la Casa della Cultura. Il Cisternino era destinato anche ad
abbellire la piazza dedicata al celebre e controverso (soprattutto dai
«moderati» fiorentini) personaggio della storia livornese.
Livorno attende ancora un «qualcosa,> che renda giustizia a
Guerrazzi, un politico di primo piano e un grande scrittore.
Giuseppe Mazzini giudicava i suoi libri «battaglie».
E, in effetti, erano battaglie per la libertà e il progresso del
nostro Paese. Una delle
grosse “sfortune” di Guerrazzi fu che la storia (generalmente
scritta dai vincitori) della sua vita e delle sue opere venne fatta
conoscere da coloro che lo avevano vinto e anche umiliato. |
11 | Fine '800 primi del '900. Difficile assegnare una data esatta a questa bella immagine
di Piazza Sforzini, ad Ardenza. C'è
già, comunque, il <tranway elettrico>, che, partendo dalla
stazione centrale, toccava il centro della città, Ardenza, Antignano
per tornare al punto di partenza. Sulla
sinistra il muro di cinta del collegio San Giorgio oggi scomparso.
A giudicare dalle ombre l'immagine dovrebbe essere stata scattata
intorno a mezzogiorno, o comunque nella mattinata inoltrata e, con un
po’ di fantasia, si può pensare che il ”barroccio” sulla destra,
con il cavallo ancora alle stanghe, sia stato parcheggiato dal
proprietario per la sosta del pranzo.
Un'ultima annotazione: la foto è stata edita da L. Rangei. |
12 | Piazza Vittorio Emanuele (attuale Piazza
Grande) é senza dubbio la parte più fotografata della città e i
fotografi di allora l'hanno ripresa da ogni angolazione e dall'allo. Questa che presentiamo, pur non essendo una delle più
suggestive immagini, è però una delle meno note.
In primo piano il monumento a Vittorio Emanuele, sullo ,sfondo a
sinistra i portici della Gran Guardia>, che prendevano il nome dal
corpo di guardia che lì aveva sede.
Sono le 17.15, come indica l'orologio della Cattedrale,
quell'orologio che negli anni Venti si trasferirà sul campanile,
lasciando nella sua sede lo stemma dei Medici, con le sei palle, e
probabilmente è una giornata di festa perchè i ragazzini che si sono
piazzati in primo piano, indossano gli “abiti buoni”, con tanto di
zuava. |
13 |
Un'immagine della zona compresa fra Piazza
Micheli e il Ponte Nuovo (che neppure si intravede malgrado la
didascalia alla cartolina, edita da Pilade Soranzo di Livorno).
Si notano molti negozi e sulla destra una bancarella con tenda
per la vendita, a quanto pare, di frutti di mare.
Anche in questa foto si possono leggere moltissimi particolari e
ciò non è dovuto soltanto all'abilità del fotografo ma anche,
evidentemente, alle attrezzature che ha utilizzato. L'immagine (c'è già
il tram elettrico) risale ai primi anni del '900. |
14 | Uno scorcio del Viale Carducci in una immagine
inizio secolo. Sullo sfondo
il nuovo edificio della stazione centrale.
In secondo piano una carrozzella, probabilmente di piazza», che
si avvia verso il centro della città.
Forse la stagione è quella autunnale anche se deve essere stata
una giornata di sole, con clima abbastanza mite, e questo si evince dal
fatto che nei giardini corrono e giocano parecchi ragazzini e coppiette
che portano a “prendere una boccata d'aria”, i loro figlíoletti. |
15 | La cartolina è decisamente dei primi del '900
ed è stata edita da, Pilade Soranzo, Livorno. come tantissime altre
immagini che riguardano la città nei venti anni tra i due secoli. Ha un titolo: ,Montecatini al mare - Inaugurazione del
tranway elettrico» che, naturalmente, segnò la fine di quello a
cavalli, più lento e meno comodo. Il «tranway,, partiva dalla stazione
centrale, attraversava la città e raggiungeva Ardenza e Antignano.
Nella foto, «deturpata» sulla destra dal francobollo da 2
centesimi, il «tranway» viene preso d'assalto dai passeggeri. Lo
Stabilimento Termale «Acque della Salute» fu inaugurato nel 1903 e la
Stazione Ferroviaria nel 1910. Per
cui furono «tagliate» le mura lorenesi (all'incrocio via Aurelia-viale
Carducci) che avevano soltanto funzione doganale. La didascalia della
cartolina si riferisce, naturalmente, all'inaugurazione del tratto di
linea tranviaria Centro-Stabilimento Termale Corallo e Stazione
Ferroviaria. Il tram a
Livorno si ebbe nel 1881 ippotrainato e nel 1897 quello elettrico. |
16 | Era il cuore della “Città ideale” messa su dal Buontalenti. Quando nacque - nel 1577 - si chiamava Via Ferdinanda ma il popolo decise per Via Grande e non vi fu niente da fare. Secondo i tempi e i regimi si chiamò Via Napoleone o Via Vittorio Emanuele. Ma erano indicazioni di facciata. Per secoli il livornese ha deciso che si chiamasse,”Grande”. In effetti fu una delle più ampie, più dritte e belle strade nella Europa del Cinque-Seicento. Arteria da gran città. Innumerevoli i riferimenti storici: da grandi processioni (specie in occasione di cataclismi o eccezionali avvenimenti cittadini) che confluivano sulla piazza, a grandi sfìlate militari di ogni tipo e colore. Tutto “Grande”. Notevoli e con altrettanti riferimenti storici, nel tempo, i negozi, i luoghi di ritrovo come i «caffè», gli alberghi. Nella cartolina di inizio-secolo, l'ingresso della Via Grande dalla parte del Porto: tanta animazione, tanta gente al lavoro ma, anche, signori e signore (con ombrellino da sole) intente al passeggio. |
17 | Nessuno, oggigiorno, immaginerebbe che in
pieno giorno e in pieno sole il Viale di Antignano si presentava con due
rari passanti, soli soletti, su un marciapiede.
Per un tratto di centinaia di metri non un'anima viva. Eppure
siamo in tempi relativamente recenti: 1926.
Potenza della inesistente motorizzazione e del costo elevato dei
bicicli (una dignitosa bicicletta lire cento!). Naturalmente il tutto
dava un fascino particolare alla zona in quanto sino alla fìne degli
Anni Venti (e oltre) il massimo della “autonomia” turistica interna
labronica arrivava alla Rotonda di Ardenza: spíngersi sino ad Antignano
era una sorta di “raid”. E viceversa.
Tanto è vero che nel gergo antignanese anche oggi - e la cosa è
controllabilissima - si usa l'espressione “andare a Livorno” per
fare un salto di pochi minuti di macchina. Espressione usata,
naturalmente, dai meno giovani. |
18 | Il
“Caffè della Posta”, era ubicato nell'area dell'attuale cinema
“Lazzeri” era dotato di un grande giardino ricco di alberi e di
vegetazione. E' senza
dubbio il più celebre e antico caffè di Livorno, ritrovo di letterati
e patrioti, fra i quali, come ricordava la lapide murata all'interno del
locale, Francesco Domenico Guerrazzi, A. Palli, T Gherardi Del Testa, G.
Carducci. Aperto da
Artemisio Zucconi nel 1851, fu ceduto dagli eredi, nel 1920, ai fratelli
Lazzeri. L'immagine, realizzata alla fine del secolo scorso, ci mostra
la cancellata del giardino che dava sulla Piazza Guerrazzi.Il “Caffè
della Posta,, (così chiamato perchè situato di fronte al Palazzo delle
Poste) si affacciava sulla via Grande ed era dotato del giardino che
vediamo nella foto. Successivamente questo complesso fu trasformato e
sull'area del giardino fu costruito il moderno,”Cinema-Teatro Lazzeri |
19 | Via del Castello, ad Antignano, in una
giornata di festa, come si può chiaramente desumere dalla strada
imbandierata col tricolore e dagli abiti buoni indossati dai cittadini
accorsi in massa, forse anche per la presenza del fotografo e della sua
,diabolica» macchina. Come
si può notare è già arrivata la corrente elettrica e quindi
l'immagine dovrebbe risalire ai primi anni del '900 anche se il
francobollo di 2 centesimi, sul retro di questa cartolina postale», non
ci autorizza a spingerci oltre il 1915.
L'insegna sulla sinistra, leggibile solo in parte, (..azza d'oro)
probabilmente si riferisce ad un albergo, ora scomparso.
Al centro della strada i binari del «tranway elettrico». |
20 | Mattinata d'un giorno estivo del 1924.
Livorno non è più la capitale europea delle vacanze al mare
come a fine Ottocento (quella magistralmente descritta da Coccolato
Ferrigni, il livornese che inventò i servizi giornalistici da «inviato
speciale») ma si difende ancora bene.
Il passeggio è sereno. Si
può camminare anche in mezzo al viale, tanto lo sferragliare d'un
eventuale tram, il rombo d'una improbabile auto a forte velocità, lo
scalpitio d'un cavallo e il rumore della relativa carrozza si sentono a
distanza di sicurezza...Per Viale Regina Margherita - che fu una
importante arteria, un prestigioso viale, che dal Cantiere conduceva
sino alla rotonda ardenzina, - accadde, a rovescio, un po' come per la
Via Grande. Ci vollero
decenni perchè il “Margherita” andasse nel dimenticatoio e la gente
usasse la dizione “Italia”. Comunque
per circa mezzo secolo si chiamò Viale del Passeggio di Ardenza. Oggi
la cosa sarebbe complicata dal fatto che dal Cantiere si fila
direttamente a forte velocità - anche troppa - sino ad Antignano. Il
viale divenne veramente bello e turisticamente pregevole quando nel 1853
il Gonfaloniere di Livorno Luigi Fabbri decise di allargarlo dalla parte
del mare. Vennero “inventati” viali minori, boschetti, zone di
riposo e, addirittura, piccole grotte.
Un gran bel viale d'una bella Livorno. |