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Da secoli o forse millenni, due titanici monoliti sono lì in una radura nei pressi della Fossiata ai confini della Sila Grande, a Campana in provincia di Cosenza, che sfidano il tempo e le intemperie, aspettando la loro giusta collocazione e visibilità nel mondo archeologico...... |
..La scoperta è stata fatta da un giovane architetto di Cosenza, Domenico Canino, e come ha raccontato il professionista con il pallino per la storia dell' arte e l' archeologia, e' avvenuta praticamente in modo casuale, mentre lo stesso era alla ricerca di monete antiche.. La zona e' particolarmente ricca di testimonianze preistoriche: il territorio di Campana, in base ai reperti rinvenuti negli anni e conservati all' interno dei musei di Reggio Calabria e Crotone, risulta essere abitato sin dall' età del Ferro. |
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L' ARTICOLO
L’elefante
della Sila Grande (Calabria). Scherzo della natura o scoperta
archeologica?
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L’elefante è bellissimo, imponente e dinamico allo stesso tempo. Con le
zampe posteriori in una flessione ponderale che lo fa sembrare in
movimento Gli occhi, la proboscide e le zanne sono molto ben marcati,
indubbiamente l’opera di un grande artista. La cosa strana (tra le
altre) è che l’elefante non rappresenta un esemplare africano o
indiano, poiché le zanne sono scolpite diritte verso il basso,
caratteristica questa dell’Elephans Antiquus, loro progenitore diretto
estintosi alla fine del Pleistocene, circa 12.000 anni fa! Provo a
misurare una zanna e seppur mutilata essa raggiunge la lunghezza di 180
centimetri. Completa sarebbe lunga circa 220 cm, esattamente la lunghezza
delle zanne fossili di Elephans Antiquus, ritrovato nel rione Archi di
Reggio Calabria, alcuni anni fa. Dietro la zanna c’è un’altra
protuberanza cilindrica mutilata che si protende verso il basso, e dà
l’impressione della gamba di un uomo a cavallo dell’animale, ma la
statua nella sua parte alta è incompleta. Ancora più colossale la figura
della seconda statua, poiché se quelle che sembrano due gambe umane dalle
ginocchia in giù raggiungono quasi i sei metri di altezza, vi lascio
immaginare quanto alta sarebbe stata la figura intera. Alcuni blocchi di
roccia caduti dalla sommità dei colossi (non tutti purtroppo) giacciono
sul pianoro circostante a poca distanza dalle statue, e forse sarebbe
possibile riconoscerne la collocazione nella posizione originale! Gli
elefanti sono scomparsi dalla Calabria da molte migliaia di anni, la sola
testimonianza di un passaggio in questi luoghi in epoca storica lo abbiamo
con transito delle armate di Annibale, nel 200 a. C., circa. Come mai
queste statue colossali rappresentano l’elefante e non il grande bisonte
o il grande orso, animali sicuramente più diffusi nelle selve europee,
come testimoniano numerose altre rappresentazioni rupestri? Se tali
giganti fossero opera umana, saremmo di fronte alla scultura preistorica
più grande d’Europa. |
fotomontaggio della statua con l'Elephans Antiquus |
DIMENSIONI A CONFRONTO |
PICCOLA GALLERIA D'IMMAGINI (cliccare sopra per ingrandire) |
Il ciclope della 'ncavallicata | fotomontaggio immaginando come la statua sarebbe stata secondo la teoria del "colosso egizio" |
...di recente ho
scoperto... continua Domenico Canino .."che la seconda statua,
quella chiamata in dialetto il ciclope, rappresenta le gambe di un uomo
seduto, alla maniera delle statue di Memnone di Tebe, o dei templi di
Abu Simbel in Egitto, prova ne sia che in sommità delle gambe tra le
due ginocchia appare la solita barra di unione che rappresenta il seggio
sottostante, esattamente come nei sopra citati colossi egizi, che
questo possa far pensare ad una origine orientale del popolo degli
scultori". |
nota:
Abu
Simbel centro
archeologico dell'Egitto (Nubia), nella valle del Nilo, presso il confine
col Sudan
, dove il faraone Ramses II (sec.
XIII a. C.) fece costruire due monumentali templi rupestri, dedicati l'uno
agli dei Ra, Ammone e Ptah e a se stesso
, l'altro a Hathor e a Nefertari,
sua moglie. Sulla facciata del primo (il più grande e il più ricco) sono
scolpite quattro statue del faraone, alte 20 m
. I due monumenti, minacciati dalla
costruzione della diga di Assuan, sono stati tagliati e poi rimontati
sulla cima della montagna, secondo un ardito progetto dell'U.N.E.S.C.O.
(1960), attuato nel 1967. (vedi foto piccola). |
AGGIORNAMENTO: da un recente
articolo di Domenico Canino apparso sul quotidiano "La provincia
Cosentina", I colossi di Campana erano noti nell'antichità. Da quando sono stati segnalati al grande pubblico i
colossi di Campana hanno suscitato un grande interesse dei media e degli
appassionati di storia antica.Nei numerosi sopralluoghi effettuati sul
sito dei colossi, sono di volta in volta emersi nuovi elementi di
discussione. La mia opinione è che si tratti di sculture
litiche zoomorfe (elefante) e antropomorfe (gambe umane) e non frutto di
erosione naturale. Le forme dei particolari anatomici sono così precise
che tutti gli scultori |
La mappa del Magini del 1606 si rivela essere molto
precisa per l'epoca,con toponimi di città fiumi e montagne molto
ben delineati, essa fu talmente famosa nel 1600 da essere
ricopiata con piccole variazioni da tutti i geografi europei del
tempo.Troverete dunque il "Cozzo delli Gigante" su una
infinita serie di mappe olandesi, francesi, belghe, inglesi, dal
1600 al 1769, ma la matrice primigenia era la mappa del Magini.Ma
il Magini, astronomo e geografo di Padova, che lavorava per i
duchi d' Este, non venne mai in Calabria!Il prof. Ilario Principe
formula l'ipotesi che il Magini abbia copiato almeno in parte la sua
carta da mappe e rilievi preesistenti, probabilmente dalla
Cartapecore Aragonesi. Queste splendide mappe incise tra il 1470
ed il 1515 per fini militari dai re aragonesi di Napoli, sono molto
precise, ed il prof. Marco Iuliano che le ha studiate nei dettagli
conferma che esse furono con ogni probabilità la fonte del Magini. Di
queste mappe ci restano alcune copie depositate a Parigi ed altre
all' Archivio di Stato di Napoli. Purtroppo il quadrante
riguardante la Sila, dove avremmo dovuto trovare il nostro toponimo è
andato perduto...Ulteriori indagini del prof. Iuliano ci dicono
che il sito dei colossi continuò a essere segnalato sulle mappe
di epoche successive come cozzo delli Gigante, cozzo del Gigante, Mole
Gigante,Cozzo di Callimaco ossia del Gigante, fino al 1827, poi più
nulla chissà forse un terremoto od altro evento naturale, le cancellò
dalle mappe...Abbiamo comunque accertato che il sito era noto
nell'antichità, almeno dal 1606, ed il suo toponimo non lascia dubbi: lì
c'era la rappresentazione di uno o più giganti...Ma chi li ha scolpiti
e sopratutto che forma avevano dal 1470 al 1827,quando erano certamente
più integri ed intelligibili di adesso?La matassa si ingarbuglia sempre
di più... Domenico Canino |
LA MAPPA MAGINI DEL 1606 cliccare per ingrandire
L'architetto Domenico Canino è contattabile a questo indirizzo e-mail | mimmocanino@hotmail.com |
Note biografiche:
Domenico Canino nasce a Cosenza il 19/02/1961, a 15 anni
è già insieme agli archeologi in perlustrazione agli scavi
archeologici di Sibari, a 21 anni durante gli studi di architettura a
Napoli, scava come volontario a Pompei, e la passione sale ancora...Poi
la laurea in architettura con indirizzo storico-urbanistico, con
particolare riguardo alla regione della Magna Grecia...Poi si appassiona
agli studi di numismatica antica, e specialmente alle monete del popolo
dei Brettii, ed è appunto nel corso di una caccia a monete brettie che
nel dicembre 2002 in Sila che si imbatte nelle statue colossali di
Campana, e rimane forlgorato, tanto dadedicargli tutto il suo tempo
libero ed anche di più... |
Viaggiando attraverso il mistero (personale) |
risponde a questo indirizzo e-mail : dariosoldani@interfree.it |