LE DODICI TAVOLE DELL'EPOPEA DI GILGAMESH

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Primo sogno premonitore di Gilgamesh, in viaggio verso la Foresta dei Cedri 


Dopo venti leghe di marcia essi fecero uno spuntino; dopo trenta leghe essi si fermarono per la notte; cinquanta leghe essi avevano percorso (viaggiando)per tutto il giorno; un viaggio di un mese e mezzo essi lo percorsero in tre giorni e così giunsero alle montagne del Libano.Essi scavarono un pozzo davanti a Shamash, e riempirono di acqua i loro otri. Gilgamesh salì allora in cima alla montagna e presentò le offerte di farina a // dicendo: "O Montagna, fammi avere un sogno, il verdetto favorevole di Shamash". Enkidu preparò un giaciglio per lui, per Gilgamesh un demone della sabbia si avvicinò ed egli lo fissò; egli lo fece giacere nel mezzo del cerchio ed esso come grano selvatico, sputò sangue. Gilgamesh intanto era accovacciato con il mento sulle ginocchia; il sonno, retaggio dell'umanità lo sopraffece. Nel mezzo della notte egli si svegliò di soprassalto. Si alzò e disse al suo amico: "Amico mio, (tu mi hai chiamato)? Se non mi hai chiamato tu, perché sono sveglio? Mi hai forse toccato tu? Se non mi hai toccato tu, perché sono così nervoso? Mi si è avvicinato forse un dio? Se non mi si è avvicinato un dio, perché la mia carne è così debole? Amico mio, io ho visto un sogno e il sogno che ho visto mi ha messo tutto in subbuglio. Ai piedi della montagna noi eravamo, quando la montagna precipitò su di noi e noi come mosche fummo schiacciati //. Torniamo indietro verso la steppa, là potremo riflettere". Enkidu spiegò il sogno all'amico: "Amico mio, il tuo sogno è favorevole; il sogno è molto prezioso //; amico mio. la montagna che tu hai visto è Khubaba, (e significa) noi prenderemo prigioniero Khubaba e lo uccideremo; butteremo il suo corpo nell'abisso, e al sorgere dell'alba noi potremo udire il verdetto favorevole di Shamash".


Secondo sogno


Dopo venti leghe di marcia essi fecero uno spuntino;dopo trenta leghe essi si fermarono per la notte; cinquanta leghe essi avevano percorso per tutto il giorno; un viaggio di un mese e mezzo essi lo percorsero in tre giorni e così giunsero alle montagne del Libano. Essi scavarono un pozzo davanti a Shamash, e riempirono di acqua i loro otri. Gilgamesh salì allora in cima alla montagna e presentò le offerte di farina a // dicendo: "O Montagna, fammi avere un sogno, il verdetto favorevole di Shamash". Enkidu preparò un giaciglio per lui, per Gilgamesh; un demone della sabbia si avvicinò ed egli lo fissò; egli lo fece giacere nel mezzo del cerchio ed esso come grano selvatico, sputò sangue. Gilgamesh intanto era accovacciato con il mento sulle ginocchia; il sonno, retaggio dell'umanità lo sopraffece. Nel mezzo della notte egli si svegliò di soprassalto. Si alzò e disse al suo amico: "Amico mio, Se non mi hai chiamato tu, perché sono sveglio? Mi hai forse toccato tu? Se non mi hai toccato tu, perché sono così nervoso? Mi si è avvicinato forse un dio? Se non mi si è avvicinato un dio, perché la mia carne è così debole? Amico mio, io ho visto un secondo sogno e il sogno che ho visto mi ha messo tutto in subbuglio. Il sogno di Gilgamesh è conservato nella versione Ittita dell'epopea:.. una montagna getta a terra Gilgamesh e gli afferra i piedi, poi appare uno straniero bellissimo che tira fuori Gilgamesh da sotto la montagna e gli da acqua da bere calmando così l'animo di Gilgamesh. Enkidu interpreta anche il secondo sogno di Gilgamesh come un buon auspicio…


Terzo sogno


Dopo venti leghe di marcia essi fecero uno spuntino; dopo trenta leghe essi si fermarono per la notte;cinquanta leghe essi avevano percorso per tutto il giorno; un viaggio di un mese e mezzo essi lo percorsero in tre giorni e così giunsero alle montagne del Libano. Essi scavarono un pozzo davanti a Shamash, e riempirono di acqua i loro otri. Gilgamesh salì allora in cima alla montagna e presentò le offerte di farina a // dicendo: "O Montagna, fammi avere un sogno, il verdetto favorevole di Shamash". Enkidu preparò un giaciglio per lui, per Gilgamesh; un demone della sabbia si avvicinò ed egli lo fissò; egli lo fece giacere nel mezzo del cerchio ed esso come grano selvatico, sputò sangue. Gilgamesh intanto era accovacciato con il mento sulle ginocchia; il sonno, retaggio dell'umanità lo sopraffece. Nel mezzo della notte egli si svegliò di soprassalto. Si alzò e disse al suo amico: "Amico mio, Se non mi hai chiamato tu, perché sono sveglio? Mi hai forse toccato tu? Se non mi hai toccato tu, perché sono così nervoso? Mi si è avvicinato forse un dio? Se non mi si è avvicinato un dio, perché la mia carne è così debole? Amico mio, io ho visto un terzo sogno e il sogno che ho visto mi ha messo tutto in subbuglio. I cieli tuonavano, la terra rumoreggiava, il giorno diventò cupo, si fece buio caddero fulmini, scoppiarono incendi, le fiamme scoppiettavano, pioveva la morte; le faville si spensero e il fuoco si estinse, i legni incandescenti caduti dal cielo divennero carbone. Torniamo indietro verso la steppa, là potremo riflettere". Enkidu ascoltò il suo sogno e glielo spiegò, così disse a Gilgamesh: "Amico mio, il tuo sogno è favorevole; il sogno è molto prezioso //, amico mio, il cielo che tu hai visto //  e al sorgere dell'alba noi potremo udire il verdetto favorevole di Shamash".


Quarto sogno


Dopo venti leghe di marcia essi fecero uno spuntino; dopo trenta leghe essi si fermarono per la notte; cinquanta leghe essi avevano percorso per tutto il giorno;un viaggio di un mese e mezzo essi lo percorsero in tre giorni e così giunsero alle montagne del Libano. Essi scavarono un pozzo davanti a Shamash, e riempirono di acqua i loro otri. Gilgamesh salì allora in cima alla montagna e presentò le offerte di farina a // dicendo: "O Montagna, fammi avere un sogno, il verdetto favorevole di Shamash". Enkidu preparò un giaciglio per lui, per Gilgamesh; un demone della sabbia si avvicinò ed egli lo fissò; egli lo fece giacere nel mezzo del cerchio ed esso come grano selvatico, sputò sangue. Gilgamesh intanto era accovacciato con il mento sulle ginocchia; il sonno, retaggio dell'umanità lo sopraffece. Nel mezzo della notte egli si svegliò di soprassalto. Si alzò e disse al suo amico: "Amico mio, Se non mi hai chiamato tu, perché sono sveglio? Mi hai forse toccato tu? Se non mi hai toccato tu, perché sono così nervoso? Mi si è avvicinato forse un dio? Se non mi si è avvicinato un dio, perché la mia carne è così debole? Amico mio, io ho visto un quarto sogno e il sogno che ho visto mi ha messo tutto in subbuglio. Enkidu spiegò il sogno all'amico: "Amico mio, il tuo sogno è favorevole; il sogno è molto prezioso // che tu hai visto è Khubaba // Khubaba come un dio // si incendiano i // noi poniamo il suo // su // noi eravamo furiosi contro Khubaba // porremo i nostri piedi sulla sua testa e al sorgere dell'alba noi potremo udire il verdetto favorevole di Shamash".


Quinto sogno


Dopo venti leghe di marcia essi fecero uno spuntino;dopo trenta leghe essi si fermarono per la notte; cinquanta leghe essi avevano percorso per tutto il giorno; un viaggio di un mese e mezzo essi lo percorsero in tre giorni e così giunsero alle montagne del Libano. Essi scavarono un pozzo davanti a Shamash, e riempirono di acqua i loro otri. Gilgamesh salì allora in cima alla montagna e presentò le offerte di farina a // dicendo: "O Montagna, fammi avere un sogno, il verdetto favorevole di Shamash". Enkidu preparò un giaciglio per lui, per Gilgamesh; un demone della sabbia si avvicinò ed egli lo fissò; egli lo fece giacere nel mezzo del cerchio ed esso come grano selvatico, sputò sangue. Gilgamesh intanto era accovacciato con il mento sulle ginocchia; il sonno, retaggio dell'umanità lo sopraffece. Nel mezzo della notte egli si svegliò di soprassalto. Si alzò e disse al suo amico: "Amico mio, Se non mi hai chiamato tu, perché sono sveglio? Mi hai forse toccato tu? Se non mi hai toccato tu, perché sono così nervoso? Mi si è avvicinato forse un dio? Se non mi si è avvicinato un dio, perché la mia carne è così debole? Amico mio, io ho visto un quinto sogno: nel quinto sogno Gilgamesh viene sopraffatto da un essere misterioso che però, secondo l'interpretazione di Enkidu, altri non è che il dio Shamash, il loro protettore.


La paura dei due eroi


Davanti a Shamash si presentò, sul suo volto scorrevano le lacrime. "O Shamash! ciò che hai detto a Ninsun ad Uruk rammenta! Stammi vicino, ascolta la mia supplica".Di Gilgamesh, seme della città di Uruk, l'ovile; Shamash ascoltò le parole pronunciate. Subito un grido scende dal cielo per lui: "Fai presto! Affrontalo, in modo che non entri nella Foresta, non lo far nascondere tra gli alberi, non concedergli tregua, Khubaba non ha indosso i sette vestiti; egli ne indossa soltanto uno, gli altri sei sono stati strappati, questi gli sono stati tolti //” Come tori selvaggi, essi si affrontano, per la prima volta egli muggì, pieno di terrore. Il guardiano della Foresta grida, // Khubaba come un dio grida. Gilgamesh aprì la sua bocca e disse ad Enkidu: "Di Khubaba la forza è troppo grande, da soli non possiamo affrontarlo, //gli stranieri //, un sentiero tortuoso non è percorribile facilmente da uno solo, ma da due; // unendo la forza di noi due //una corda a tre fili è difficile da rompere e un forte leone non può prevalere su due leopardi // Gilgamesh aprì la sua bocca e disse ad Enkidu: "Amico mio, non // i figli non//" Enkidu aprì la sua bocca e disse a Gilgamesh: "Amico mio, colui verso il quale noi andiamo // Khubaba verso il quale noi andiamo //". Gilgamesh aprì la sua bocca e disse ad Enkidu: "Amico mio, //Enkidu aprì la sua bocca e disse; così parlò a Gilgamesh: "Amico mio, anche se riuscissi a scendere nella Foresta dei Cedri e ad aprirne la porta, allora le mie braccia sarebbero paralizzate!". Gilgamesh aprì la sua bocca e disse; così parlò a Enkidu:"Perché, amico mio, parliamo come codardi? Noi siamo in grado di attraversare tutte le montagne; noi non volgeremo il nostro sguardo indietro, prima di avere abbattuto i Cedri; amico mio, tu sei ferrato nella battaglia! Chi ha paura della battaglia non può essere mio compagno! Poiché ti sei spalmato con unguenti, non hai bisogno di temere la morte; tu porti lo splendore della terra come fosse un mantello //! Come un tamburo risuoni il tuo grido! la paralisi abbandoni le tue braccia e l'impotenza sia portata via dai tuoi lombi; tieni stretta, amico mio, la mia mano; andiamo come un sol uomo; il tuo cuore possa ardere per la battaglia; dimentica la morte, persegui la vita. L'uomo forte, preparato per il combattimento, responsabile, che va davanti, vigila sul suo corpo e salverà l'amico; essi si sono assicurati la fama per i tempi a venire". Ambedue si abbracciarono, prestarono giuramento e si posero in cammino, essi intrapresero la via della Foresta.

   

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