Il
racconto dell'incubo
"Amico mio, perché i grandi dei erano a consulto tra
loro?". gli dei riunitisi in assemblea, dopo aver
discusso il comportamento sacrilego dei due eroi nei confronti
del mostro Khubaba e del Toro celeste, decidono la morte di
Enkidu.
Enkidu
si rivolge alla porta
Enkidu sollevò i suoi occhi, alla porta rivolge la parola come//
"O porta di montagna, sei proprio insipiente non hai
intelligenza //Eppure io per venti leghe ho selezionato per te
il legno //, finché non ho trovato uno splendido cedro //.
Nessun legno può eguagliarti, // la tua altezza è di sei
spanne, la tua larghezza di due spanne, // la tua soglia, il
tuo cardine superiore e il tuo stipite inferiore sono fatti di
un solo legno; ti ho fatto io, io ti ho portato a Nippur;
ricorda, o porta, io ti ho fatto un favore, e ciò era una
buona azione fatta per te; io stesso ho sollevato l'ascia, ti
ho tagliato, il cindolo ho trascinato fino al tempio di
Shamash, nel tempio di Shamash ti ho innalzato // io stesso ti
ho posto come porta di Shamash; // ti ho lavorato e fatto
degna degli dei; e ad Uruk //. An e Ishtar e // poiché //.
Ora, o porta, sono stato io che ti ho fatto, sono stato io che
ti ho portato a Nippur. Eppure il re che verrà dopo di me,
passerà attraverso di te, Gilgamesh passerà attraverso i
tuoi stipiti, egli cancellerà il mio nome e vi apporrà il
proprio". Enkidu abbatté la porta e la ridusse in pezzi.
Gilgamesh
proccupato
Egli però ascoltava le sue parole e subito //Gilgamesh ascoltava
le parole di Enkidu suo amico, ed i suoi occhi si riempirono
di lacrime. Gilgamesh aprì la sua bocca, così parlò ad
Enkidu: "Tu eri sempre così magnanimo e costante, amico
mio, tu avevi senno, ma ora sei cambiato! Perché, amico mio,
il tuo cuore ha detto cose insensate? Il sogno che tu hai
avuto è prezioso, ma la paura è grande; le tue labbra
tremolano come mosche; la paura è grande, ma il tuo sogno è
prezioso: essi hanno predetto dolore per l'uomo. Io andrò e
offrirò preghiere a grandi dei; io andrò alla ricerca della
tua dea, implorerò il tuo dio; per Enlil, il consigliere, il
padre degli dei, //ti farò una statua d'oro senza badare a
spese //non ti preoccupare, l'oro sarà abbondante". Le
parole che egli pronunciò non erano come acqua di pozzo, le
parole che egli pronunciò non tornarono indietro, non erano
cancellabili, il suo effluvio (verbale) non tornò indietro
non era cancellabile.Ma l'amico
non ascoltava le parole di Gilgamesh, mentre attorno a loro
due la gente si accalcava come fossero uccelli.
Enkidu
maledice il cacciatore e Shamkat la prostituta
Quando l'alba spuntò, Enkidu sollevò la sua testa e si rivolse
piangendo a Shamash; le sue lacrime scorrevano davanti allo
splendore del Sole: "Io mi rivolgo a te, o Shamash, a
seguito dell'azione a me ostile, il cacciatore, il
girovago,che non mi ha trattato come il mio amico: possa il
cacciatore non essere equiparato al suo amico, possa egli
perdere i suoi guadagni, che le sue forze diminuiscano; egli
ha tolto infatti dal tuo cospetto la sua quota ,non lo
ammettere alla tua presenza, fallo uscire dalla
finestra". Dopo che ebbe maledetto il cacciatore secondo
i desideri del suo cuore, egli si apprestò a maledire pure
Shamkat, la prostituta: "Vieni, Shamkat, voglio fissarti
il destino! Un destino che mai si attenui, che duri per
sempre! Io ti voglio maledire con una grande maledizione! Le
mie maledizioni possano colpirti all'istante. Tu non farai
della tua casa una casa di prosperità; tu non amerai i
giovani pieni di vita; tu non li farai entrare nella casa
delle donne; che la tua bella vulva sia sporca di escrementi;
il beone possa insozzare i tuoi vestiti di festa con il suo
vomito; non otterrai //le cose belle,i tuoi cosmetici saranno
la grezza creta del vasaio; mai otterrai il puro olio
profumato; i giudici //puro argento, la ricchezza degli
uomini, non sarà mai accumulata nella tua casa; il luogo
della tua voluttà sarà il tuo portico; i crocicchi delle
strade saranno la tua abitazione; il deserto sia il luogo dove
tu dormi; all'ombra delle mura tu possa sedere; possano rovi e
spine circondare i tuoi piedi; il bevitore e l'assetato
possano colpire le tue guance;//possa ruggire contro di te,il
costruttore non stucchi le mura della tua casa; sul tetto
della tua casa possano annidare i gufi; nella tua casa non ci
sia mai festa; // del tuo amante colui
penetra nella vulva possa prendere la sifilide, la
sifilide che alberga nella tua vulva possa essere il suo dono,
perché tu hai sedotto me, il puro, all'insaputa di mia
moglie, e poiché tu hai peccato contro di me, il puro, nella
mia steppa".
Shamash
rimprovera Enkidu che si ravvede
Shamash
ascoltò le parole pronunciate dalla sua bocca e
immediatamente un grido dal cielo scese per lui:"Perché,
o Enkidu, stai maledicendo la mia prostituta Shamkat? E' lei
che ti offrì da mangiare pane adatto agli dei; è lei che ti
offrì da bere birra adatta ai re; è lei che ti rivestì di
paludamenti splendenti; è lei infine che scelse per te come
compagno il buon Gilgamesh; ed ora Gilgamesh, che è il tuo
amico amato, ti deporrà per riposare in un grande letto; in
un letto destinato all'amore egli ti farà riposare; ti farà
giacere in un luogo di pace, il luogo alla sinistra. I re
della terra baceranno i tuoi piedi, ed egli farà in modo che
il popolo di Uruk possa piangerti, possa emettere lamenti per
te; e gli uomini robusti si caricheranno il fardello per te; e
per quanto riguarda se stesso egli trascurerà il suo aspetto
dopo la tua morte, con indosso soltanto una pelle di leone
egli vagherà nella steppa". Udì Enkidu le parole del
guerriero Shamash; la sua ira si calmò, il suo cuore si placò;
la sua rabbia scomparì. //Egli si rivolse alla prostituta
Shamkat; così le parlò: "Vieni, o Shamkat, voglio
cambiare il tuo destino, le mie parole di maledizione contro
di te possano mutarsi in parole di benedizione. I governatori
e i principi possano amarti; l'uomo di una lega possa colpire
la sua coscia; l'uomo di due leghe possa scuotere la sua
chioma; il comandante non arretri davanti a te, voglia
slacciare la sua cintura per te; che ti porti in dono
ossidiana, lapislazzuli e oro; anelli e collane possa egli
donarti; e per lui possa scendere la pioggia e i suoi
magazzini essere stracolmi; il divinatore possa condurti alla
Casa degli dei; e a causa tua possa venir trascurata la madre
di sette figli, la moglie".
Le
tragiche previsioni sulla propria fine di Enkidu
Giaceva Enkidu, il suo corpo era ammalato; egli giaceva tutto solo;
Ciò che opprimeva il suo cuore, lo comunicò al suo amico:
"Ascoltami, amico! Ho avuto un sogno questa notte: il
cielo parlò, la terra rispose; ed io mi trovavo tra loro. Vi
era un giovane, la cui faccia era al buoi, il suo aspetto era
simile a quello dell'acquila-Anzu; egli aveva le zampe di un
leone; egli aveva gli artigli di un'aquila; egli mi prese per
la chioma, usandomi violenza; io lo colpii, ma egli rimbalzò
come una cordicella, egli mi colpì e come un ... mi fece
piegare; come un toro selvaggio egli mi calpestò; egli
strinse con una presa di ferro tutto il mio corpo. (gridai):
"Salvami amico"; ma tu non mi hai salvato. Tu avevi
paura e non sei corso in mio aiuto; tu //egli mi trasformò in
una colomba; ricoprì le mie braccia con piume di uccello; mi
prese e mi condusse nella casa buia, l'abitazione della Dea
degli inferi, nella casa della quale chi entra non può più
uscire, per una via che non si può percorrere indietro, nella
Casa in cui gli abitanti sono privati della luce; dove il cibo
è polvere, il pane è argilla; essi sono vestiti come gli
uccelli, ricoperti di piume; essi non vedono la luce, essi
siedono nelle tenebre. Nella Casa della polvere, dove io
entrai, sollevai il mio sguardo e vidi le corone che vi erano
ammucchiate; osservai le corone di coloro che avevano
governato la terra da tempi immemorabili; davanti ad Anu ed
Enlil essi avevano deposto carne arrostita; avevano deposto
pane cotto, ed acqua fresca avevano fatto scorrere dai loro
otri. Nella Casa della polvere dove io entrai abitano i Sommi
Sacerdoti e i loro accoliti, abitano i Sacerdoti purificatori
e gli indovini, abitano gli unti dei grandi dei; lì abita
pure Etana e vi risiede il dio Sumuqan. Vi abita la regina
degli Inferi, la divina Ereshkigal. Belet-seri, la dea scriba
degli inferi è inginocchiata davanti a lei; essa tiene alzata
una tavoletta e legge ad alta voce a lei. Questa sollevò il
suo capo e mi guardò: "Chi ha preso quest'uomo?" Di
me che ho vissuto con te ogni sorta di faticose avventura,
ricordati, o amico mio, non dimenticare tutto ciò che io ho
patito".
La
vicina fine dell'amico Enkidu
"Il mio amico ha visto un sogno indecifrabile". Il giorno
in cui egli aveva visto tale sogno volse alla fine. Enkidu
giacque un giorno, giacque un secondo giorno; la malattia di
Enkidu quando questi giaceva nel letto, si aggravò, le sue
forze si affievolirono. Il terzo giorno e il quarto giorno,
quando questi giaceva nel letto, la malattia di Enkidu si
aggravò, le sue forze si affievolirono; il quinto giorno, il
sesto giorno e il settimo giorno, l'ottavo giorno, il nono
giorno, il decimo giorno, la malattia di Enkidu si aggravò,
le sue forze si affievolirono; l'undicesimo giorno e il
dodicesimo giorno la malattia di Enkidu si aggravò, le sue
forze si affievolirono; Enkidu allora si sollevò dal letto e
chiamò forte Gilgamesh e //(Gilgamesh allora parlò) "Il
mio amico mi sta maledicendo //una volta, così come in mezzo
ad Uruk mi aveva promesso, poiché io avevo paura della lotta
(contro Khubaba), egli mi incoraggiò; il mio amico, che nella
guerra mi salvò, ora mi ha abbandonato ora io //
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